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Perché la diversità di opinioni può originare contrasti

 

 

Nel corso della nostra vita, abbiamo più o meno tutti fatto esperienza di qualche contrasto all’interno delle relazioni che intratteniamo con coloro che ci circondano, a partire dalla famiglia, per poi estendersi alla nostra cerchia di amici, colleghi e conoscenti. Le dinamiche che spesso portano a conflitti significativi tra individui e gruppi sono complesse. Nonostante la diversità di punti di vista sia  un aspetto fondamentale della società umana e rispecchi la ricchezza della nostra esperienza e la complessità delle nostre menti, queste divergenze di opinioni possono generare tensioni e conflitti che spesso sfociano in dibattiti accesi e divisioni profonde.

Il modo con cui affrontiamo conflitti e contrasti, affonda le sue radici nella nostra infanzia, nel tipo di educazione ricevuta, nel contesto familiare in cui siamo cresciuti, nelle nostre ferite individuali, fino a risalire addirittura a interferenze e condizionamenti che arrivano dal nostro albero genealogico, ma, naturalmente, ha a che fare anche con il tipo di società in cui viviamo, che impone dei modelli altamente competitivi e basati su falsi valori cui spesso ci sentiamo obbligati ad adeguarci.

Nel campo educativo scolastico, per esempio, vediamo emergere fin dai primi anni di vita, un contesto relazionale basato solo sul raggiungimento di obiettivi materialistici e, soprattutto negli ultimi decenni, estremamente improntato a un individualismo egoistico, in cui si tende a mettere in primo piano solo il soddisfacimento dei propri bisogni immediati, senza tenere in considerazione quelli degli altri.

Ciò influisce sulle relazioni in quanto siamo sempre più propensi, per varie ragioni, ad essere poco tolleranti rispetto a ciò che è diverso, a ciò che non conosciamo, a ciò che mette in dubbio le nostre certezze e convinzioni.

I motivi per cui diverse prospettive entrano in conflitto, facendo emergere tensioni e contrasti possono essere individuati tra i seguenti:

 

  1. Differenze di valori e credenze: le persone hanno valori e credenze fondamentali che guidano le loro decisioni e azioni. Quando queste differenze sono inconciliabili, possono sorgere contrasti significativi su questioni etiche, morali o religiose
  2. Differenze culturali e di background: le persone possono avere prospettive diverse basate sulle loro esperienze di vita, sulla loro cultura e sulle loro tradizioni, il che può portare a incomprensioni e conflitti.
  3. Interpretazione della realtà e delle informazioni: ogni individuo interpreta il mondo attraverso il filtro delle proprie esperienze e percezioni. Ciò significa che due persone possono percepire una situazione in modi completamente diversi, portando a disaccordi e contrasti su questioni politiche, scientifiche o sociali.
  4. Competizione per risorse: in contesti in cui le risorse sono limitate, le diverse prospettive possono entrare in conflitto per ottenere accesso o controllo su di esse. Questo può alimentare tensioni e rivalità tra gruppi.
  5. Mancanza di empatia: la mancanza di comprensione e empatia per le prospettive degli altri può alimentare i contrasti, portando a stereotipi, pregiudizi e discriminazioni.
  6. Emotività e coinvolgimento personale: le opinioni possono essere radicate in emozioni e esperienze personali, il che può rendere difficile un dialogo razionale e portare a conflitti emotivi.
  7. Mancanza di comunicazione efficace: la mancanza di comunicazione chiara e rispettosa può alimentare incomprensioni e conflitti anziché favorire una discussione costruttiva.

 

Gestione dei contrasti

 

Dice Leo Buscaglia nel suo best seller “Vivere, Amare, Capirsi”: “…per prima cosa, gettate un ponte verso voi stessi, ma non fermatevi lì. Dovete gettare ponti verso gli altri … il momento per incominciare a costruire ponti che conducono agli altri è ora…la nostra salvezza sarà lavorare insieme per fini comuni, e non dividerci in meschini provincialismi e insistere a dire: ho ragione io”.

Oggi, con la tecnologia, tutto è più vicino, tutti siamo più vicini. E dunque, dice ancora Leo Buscaglia: ”non può più cadere una foglia senza influire su ciascuno di noi. Non ci sono posti dove nasconderci. Tutti noi influiamo l’uno sull’altro. E’ un’unica, immane vibrazione che si irradia in ogni direzione. E’ meglio che incominciamo a costruire i nostri ponti, altrimenti i crepacci diventeranno così profondi che non riusciremo mai a scavalcarli”.

Quello su  cui vuole mettere l’accento Leo Buscaglia è che tutto comincia da noi, e il grande ponte che conduce a tutti gli altri è il nostro ponte. Se conosciamo noi stessi, abbiamo una buona autostima, lavoriamo sulle nostre ferite e paure per guarirle e superarle, per portare armonia ed equilibrio dentro di noi, rafforzando la nostra identità,  in modo naturale non ci sentiremo attaccati quando qualcun altro esprimerà opinioni diverse dalla nostra.

E’ ugualmente importante avere un cuore aperto, il che richiede compassione per se stessi e per gli altri e il perdono per gli eventi del passato. Avere un cuore aperto significa rapportarsi da pari a pari e cercare un punto d’incontro, aprendosi alle possibilità di intimità e di comunione che possiamo trovarvi.

“La porta dell’Amore si apre e si chiude come la tua mente e il tuo cuore. Quando la porta si chiude, bisogna avere pazienza e perdonare, altrimenti potrebbe non riaprirsi più. Dobbiamo sentire non solo la presenza dell’Amore, ma anche la sua assenza. Sentendo la sua assenza, impariamo ad ascoltare ed il cuore si ammorbidisce. Sentendoci separati dagli altri, impariamo a cercare i giudizi sottili che vengono espressi. Ogni esperienza di separazione o di giudizio è un’opportunità per aprirsi alla presenza dell’Amore. Il passaggio dal giudizio all’accettazione, dalla separazione all’empatia costituisce l’essenza della guarigione dalle ferite e dalle ingiustizie che percepiamo”.  (Paul Ferrini)

Come possiamo dedurre, l’Amore per noi stessi, come trattiamo noi stessi, è la condizione fondamentale per sentirci a nostro agio anche quando l’altro esprime un punto di vista diverso dal nostro. Dobbiamo rimanere  aperti al fatto che ogni giorno possiamo imparare qualcosa.

Secondo gli insegnamenti di Marshall B. Rosenberg, che ci ha donato le tecniche di comunicazione chiamate “Comunicazione non violenta”, uno dei pilastri su cui si fonda questa disciplina meravigliosa è che ogni volta che implichiamo che qualcuno è in torto o è cattivo,  quello che stiamo dicendo in realtà è che questa persona non sta comportandosi in armonia con i nostri bisogni.

 

Affrontare i contrasti derivanti dalla diversità di prospettive richiede perciò un approccio riflessivo e inclusivo. Alcuni modi per gestire efficacemente questi contrasti includono:

 

  1. Ascolto attivo: praticare l’ascolto attivo per comprendere veramente le prospettive degli altri e mostrare rispetto per le loro opinioni.
  2. Dialogo costruttivo: favorire un dialogo aperto e rispettoso in cui le diverse prospettive possano essere esplorate senza giudizio o pregiudizio.
  3. Empatia: coltivare l’empatia per comprendere le esperienze e i sentimenti degli altri, anche quando si è in disaccordo con le loro opinioni.
  4. Ricerca di soluzioni collaborative: collaborare per trovare soluzioni che tengano conto delle diverse prospettive e che possano soddisfare le esigenze di tutti gli interessati.

 

In conclusione, la diversità di punti di vista è una caratteristica essenziale della società umana, ma può anche determinare contrasti e conflitti. Tuttavia, affrontare questi contrasti in modo costruttivo può portare a una maggiore comprensione, tolleranza e collaborazione tra individui e gruppi. Navigare attraverso le differenze di prospettiva richiede impegno, empatia e apertura mentale, ma può alla fine arricchire la nostra esperienza collettiva e creare una società più inclusiva e prospera.

 

Daniela Temponi – Brunetta Del Po

        

 

Bibliografia

Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, Oscar Mondadori

Paul Ferrini, Amare senza condizioni, Macro Edizioni

Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre (oppure muri), Esserci Edizioni