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La sessualità tra natura e cultura

 

La sessualità tra natura e cultura

 



Poiché è stato condannato il sesso è diventato un’ossessione, una malattia, una perversione: la condanna lo ha avvelenato.

Osho -Dal sesso all’eros cosmico-


Nel 20° secolo si è assistito ad un aumento notevole della realizzazione e del consumo di prodotti pornografici. Dalle tipiche riviste, nate dopo il primo conflitto mondiale, il mercato si è esteso producendo videocassette,oggetti, abbigliamento, creando “erotismo” telefonico, sexy shop e un’offerta multimediale via Internet che si presenta come un’alternativa ai rapporti umani diretti e sembra appagare le caratteristiche intellettuali della sessualità contemporanea che impoverita dalla propria componente naturale, richiede stimoli immaginativi sempre più elaborati. Come scrive Baurdillard (1997 ) “La pornografia (…) aggiunge una dimensione allo spazio del sesso, lo rende più reale del reale – e questo la priva di seduzione”.
Facilmente tutto questo può degenerare, diventando voyeurismo trasgressivo o parasessualità determinata da uno sviluppo difettoso della personalità, oppure può rappresentare un sostituto della sessualità stessa, turbata dalla paura di contagio di malattie veneree. Anche la manualistica erotica ha subito un’impennata, indirizzandosi verso una sessualità carnale e ludica, spesso triviale e contaminata da perversioni e pratiche sadomasochistiche. Infatti assistiamo ad una generale libertà sessuale che è solo illusoria, i ruoli sessuali, chiaramente definiti nelle trascorse generazioni, sono più che mai confusi. L’accesso ad internet e alla pornografia in tenera età impone degli stereotipi sessuali edonistici, che poco hanno a che fare con una sessualità vissuta pienamente.

Spesso, anche per l’attuale sistema socio economico nel quale viviamo, convivono in uno stesso sistema familiare più generazioni con sistemi di riferimenti sessuali diversi, e che faticano a comprendersi.
Proviamo a ragionare su cosa sia la sessualità ai nostri giorni, anche alla luce delle attuali conoscenze scientifiche.
Diversamente dagli animali, che diventano attivi sessualmente solo nel periodo dedicato all’accoppiamento, gli esseri umani non si accoppiano solo con il fine di riprodursi, ma con l’intenzione di provare piacere in una dimensione relazionale di condivisione.

L’impulso sessuale può essere visto come la forza biologica il cui scopo è superare il senso di solitudine e d’isolamento provocato dal processo d’individualizzazione. L’impulso sessuale all’unione è sia uno stimolo all’intimità con un altro essere, sia uno stimolo all’autocompletamento.
L’incontro con l’altro a livello sessuale avviene attraverso il corpo fisico, che è anche una componente attraverso la quale si manifesta la nostra personalità. L’origine della sessualità ha però sede nel mondo interno. L’elemento che conferisce il carattere sessuale ad un determinato evento non consiste in uno specifico comportamento o nell’uso degli organi genitali, quanto nella presenza del piacere sessuale: esperienza soggettiva che, pur servendosi degli organi, nasce nella mente. Quando si fa l’amore si combinano in un’interazione reciproca corpo, pensiero ed emozione.

Oggi il sesso è infelice perché è prigioniero della paura del confronto con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi. Un’immagine simbolo di una sessualità felice potrebbe essere quella dell’arcobaleno, che parte dalla terra (il corpo), si eleva, si colora di mille sfumature, mille emozioni e sensazioni e poi torna alla terra in un movimento che unisce i due partner. Pensare alla sessualità come a “ponte colorato”, ci permette di passare da una dimensione egocentrica e chiusa, a una relazione aperta e generosa, dove non solo diamo, ma “ci diamo” al partner. Solo in questo modo, recuperando una dimensione ludica, gioiosa e antiprestazionale il sesso potrà di nuovo diventare fonte di autentica gioia...” https://www.riza.it/psicologia/coppia-e-amore/

L’esperienza sessuale è collocabile nel fluire della storia personale di ognuno, basandosi sui sistemi di significati e di valori che l’essere umano ha imparato ad utilizzare nella cultura in cui vive. La sessualità è una parte e un aspetto della personalità di ogni individuo: la soddisfazione sessuale è il prodotto di un’espressione emotiva all’interno del particolare modo di vivere del soggetto.






In un lontano passato, prima dell'avvento della chiesa e della cultura patriarcale le società tribali e comunitarie, che vivevano in ogni piccolo gesto il contatto col divino, attribuivano al sesso e alla raffigurazione di soggetti erotici o di atti sessuali un significato magico e ritualistico. Secondo l’archeologa Merlin Stone, per molte migliaia di anni, i popoli del Mediterraneo e del Medio Oriente hanno venerato la Dea. Il corpo della donna era considerato sacro poiché era in grado di partorire e generare la vita. Le sacerdotesse del tempio della Dea avevano una funzione sessuale sacra, in quanto la sessualità delle donne era la porta per il divino. Non esisteva alcuna distinzione tra  il sacro e la sessualità nella società.


Intorno al 2400 AC avvenne un cambiamento politico importante.I territori furono invasi da un popolo guerriero che adorava un Dio del tuono, maschio.
I nuovi conquistatori minarono le profonde credenze del popolo che adorava la Dea e col tempo l’immagine del sacro femminile mutò radicalmente fino ad arrivare all’introduzione di un nuovo mito sulla creazione. Nel racconto originale del Giardino dell’ Eden, la compagna di Adamo era Lilithdescritta nella Torah, come una donna dalla sessualità ardente, con un’energia  consapevole del suo potere sessuale in quanto cancello per il divino.
Il mito racconta che Lilith si rifiutò di concedersi ad  Adamo nella posizione del missionario e per questo suo rifiuto fu estromessa dall’Eden. Da allora le sacerdotesse del tempio divennero le prostitute Lilith il simbolo della donna priva di legami, la prostituta.
Eva è descritta come una creatura nata dalla costola di Adamo, il prototipo della sottomissione femminile.

La figura della Dea fu intrecciata nel racconto del Giardino dell’ Eden, attraverso l’albero della conoscenza del bene e del male. L’albero da sempre associato alla Dea, diventò nel mito la personificazione della tentazione e del male.
Il serpente, che fu un simbolo della dea durante i periodi matriarcali, divenne l’incarnazione del diavolo nel mito del giardino dell’ Eden. Il messaggio implicito inviato alla spiritualità delle tribù matriarcali era chiaro: la Dea che avevano adorato era in realtà l’incarnazione del diavolo stesso. L’inizio del patriarcato e le nuove mitologie che l’accompagnavano, segnarono l’esordio di  un mondo costruito intorno alle polarità  del bene e del male, della luce e del buio, del maschile e del femminile.

Le difficoltà economiche e politiche che il mondo sta affrontando in questo momento, sembrano i presagi di un altro cambiamento nell’ordine mondiale. E’ tempo di andare oltre il matriarcato e il patriarcato, per integrare dentro di noi il maschile e il femminile in una sorta di matrimonio sacro che ci porterà a vivere l’amore incondizionato e l’unione sessuale come un atto di totale presenza.

Daniela Temponi – Brunetta Del Po

 

BIBLIOGRAFIA

Piero Benassi -Pornografia- Universo del Corpo (2000)
Osho -Dal sesso all’eros cosmico- Bompiani


SITOGRAFIA

http://sensualitasacra.com/il-risveglio-della-sessualita-sacra-e-della-dea/
https://www.riza.it/psicologia/coppia-e-amore/
http://antonellaconsoli.blogspot.it/2018/03/verso-la-sacra-sessualita.html