L’ottimismo come capacità di trovare soluzioni

L’ottimismo come capacità di trovare soluzioni 

 

 

Il vero ottimismo non è cieco, ma è un atto di volontà, una scelta consapevole di vedere il lato positivo delle cose, di credere nel futuro e di agire per cambiarlo. Francesco Alberoni

Nella società moderna, l’ottimismo è spesso percepito come un atteggiamento positivo verso la vita, una tendenza a vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto. Tuttavia l'ottimismo non può essere ridotto ad un mero esercizio di pensiero positivo. Francesco Alberoni (L’ottimismo, 1994) distingue l'ottimismo da una semplice visione positiva o ingenua della realtà, considerandolo invece una forza motrice che spinge gli individui a superare le difficoltà, a credere nel cambiamento e a impegnarsi per un futuro migliore. Alberoni sottolinea come l'ottimismo sia legato alla fiducia nel progresso e nella possibilità di miglioramento personale e collettivo. Secondo l'autore, l'ottimismo è un ingrediente essenziale per affrontare le sfide, poiché motiva le persone a intraprendere azioni, a rischiare e a perseverare di fronte agli ostacoli. L'ottimismo, in questo senso, non è solo una disposizione mentale ma una vera e propria filosofia di vita che influenza le scelte quotidiane e i rapporti interpersonali. In realtà, rappresenta la capacità di affrontare le difficoltà e di trovare soluzioni creative ed efficaci ai problemi che si presentano lungo il cammino.

L’Ottimismo: una risorsa psicologica

L'ottimismo non è una mera illusione, ma una risorsa psicologica che ci aiuta a navigare attraverso le avversità della vita con speranza e fiducia nel futuro. Luigi Anolli

 L’ottimismo, secondo numerosi studi psicologici, in particolare quelli di Martin Seligman  (Imparare l’ottimismo – Come cambiare la vita cambiando il pensiero), non è solo una predisposizione genetica o una caratteristica della personalità, ma anche una risorsa psicologica che può essere coltivata. Per Seligman gli ottimisti credono che la sconfitta sia solo temporanea e che le cause siano riconducibili ad un avvenimento specifico. Il fallimento è vissuto come una conseguenza delle circostanze e non è attribuito esclusivamente ai propri errori. Gli eventi negativi diventano perciò una sfida da sostenere e questa modalità di pensiero predispone la persona ottimista ad ottenere risultati brillanti nello studio, nell’attività sportiva e nel lavoro.

Per contro, i pessimisti tendono a credere che gli eventi negativi durino nel tempo e che siano solo una conseguenza delle proprie azioni, si arrendono più facilmente alle difficoltà e rischiano di cadere più spesso in situazioni di depressione. Questo atteggiamento li induce all’inerzia piuttosto che all’azione e genera persistenti emozioni negative. Alla base del pessimismo c’è il concetto di impotenza appresa sviluppato da Seligman negli anni ’60, nel contesto della sua ricerca sulla depressione. L’impotenza appresa è lo stato psicologico in cui agisce la convinzione che niente di ciò che si decide di fare ha un effetto su ciò che accade. Le successive ricerche condussero l’autore a dimostrare quanto l’impotenza appresa sia superabile attraverso la Terapia cognitivo comportamentale che, modificando modelli di pensiero disfunzionali, aiuta a sviluppare una maggiore resilienza, autoefficacia e ottimismo.

Essere ottimisti non significa negare l’esistenza dei problemi o ignorare le difficoltà; piuttosto, implica un approccio attivo alla risoluzione dei problemi, basato sulla convinzione che sia possibile trovare una via d'uscita, anche nelle situazioni più complicate. Un ottimista, di fronte a un ostacolo, non si limita a lamentarsi della sfortuna o a rimuginare sulle difficoltà, si concentra invece su ciò che può fare per migliorare la situazione, cercando soluzioni concrete e mettendo in atto strategie che possano portare a un esito positivo. Questo atteggiamento proattivo è alla base di molti successi, sia nella vita personale che professionale. Luigi Anolli distingue tra un ottimismo realistico, che tiene conto dei limiti della realtà ma mantiene un'attitudine positiva, e un ottimismo irrealistico, che può portare a sottovalutare i rischi e a prendere decisioni avventate. L'autore suggerisce che un ottimismo ben bilanciato è quello che, pur non negando le difficoltà, crede comunque nella possibilità di superarle.

Il ruolo della fiducia nelle proprie capacità

Un aspetto centrale dell’ottimismo è la fiducia nelle proprie capacità. Chi è ottimista crede nelle proprie risorse interiori e nella propria abilità di superare le avversità. Questa fiducia non è cieca, ma si basa su una valutazione realistica delle proprie competenze e delle proprie possibilità. L’ottimismo si alimenta con l’esperienza: ogni successo, piccolo o grande che sia, rafforza la convinzione che sia possibile trovare una soluzione ai problemi futuri. Questa fiducia permette di affrontare le sfide con una mentalità aperta e creativa, favorendo l'innovazione e la capacità di adattamento. Gli ottimisti sono più inclini a sperimentare nuove strategie, a cercare vie alternative e a persistere nei loro sforzi, anche quando incontrano degli ostacoli.

L’ottimismo nella risoluzione dei problemi

La capacità di trovare soluzioni è strettamente legata all'ottimismo. Quando si affronta un problema, l'atteggiamento con cui lo si tratta può fare la differenza tra il successo e il fallimento. L'ottimista, essendo convinto che una soluzione esiste, è più motivato a cercarla con determinazione anche se non la troverà sempre al primo tentativo. Un approccio ottimista alla risoluzione dei problemi include diverse fasi. In primo luogo, la definizione chiara del problema, senza minimizzarlo né ingigantirlo. Successivamente, la ricerca di informazioni e la valutazione delle opzioni disponibili, mantenendo sempre un atteggiamento aperto e flessibile. Infine, l’ottimista è disposto a mettere in atto le soluzioni individuate, monitorando i risultati e apportando eventuali correzioni di rotta.

Ottimismo e resilienza

Un altro aspetto fondamentale dell’ottimismo è la resilienza, ovvero la capacità di rimanere motivati e focalizzati nonostante le difficoltà. Gli ottimisti tendono a vedere le difficoltà come temporanee e superabili, e questo li aiuta a non scoraggiarsi di fronte agli insuccessi. Ogni fallimento viene vissuto come un’opportunità di apprendimento e un passo avanti verso la soluzione.

Coltivare l'ottimismo

Se per natura non siamo ottimisti possiamo adottare comportamenti che ci aiutino a diventarlo, ecco di seguito alcuni suggerimenti.

E’ importante concentrarsi sul positivo, enfatizzare e concentrarsi sugli aspetti belli della nostra vita, sulle piccole e grandi cose che ci succedono, vivendo il più possibile “nel qui e ora”, come dice Raffaele Morelli: “Essere lì nelle cose che si fanno. Essere lì, presenti, veramente presenti. In fondo si tratta solo di accorgersene, di essere attenti a quello che si sta facendo…significa avere lo sguardo sull’azione.”

Lasciar andare i pensieri negativi, con qualsiasi azione che ci dia piacere, che aiuti la nostra mente ad alleggerirsi, che ci porti a vivere nel presente e a dare più spazio all’ottimismo nella nostra quotidianità, è alla portata di ognuno di noi.

Spesso non ci rendiamo conto che anche l’ambiente in cui viviamo, lavoriamo, passiamo la maggior parte del nostro tempo non favorisce il sentirci ottimisti: magari possiamo osservare se siamo circondati da persone positive e, se così non è, fare il possibile per evitarle; frequentare ambienti con persone positive sostiene e incoraggia il crescere del nostro ottimismo e toglie spazio ed energia alla negatività.

Praticare ogni giorno la Gratitudine: prendiamoci ogni giorno del tempo per riflettere sulle cose per cui siamo grati, il solo focalizzarci quotidianamente su questi aspetti aumenta il nostro senso di benessere e di ottimismo e ci fa vedere la realtà in modo più armonioso.

Scegliere delle pratiche che vanno bene per noi e che ci aiutino a sviluppare quelle caratteristiche che vogliamo veder fiorire nella nostra vita, come ad esempio qualche tipo di Meditazione, con cui entrare in contatto con la nostra essenza e ricavare degli spazi interiori a cui attingere e da cui fare sgorgare la serenità e l’ottimismo.

Anche antiche tecniche, come ad esempio Ho’ponopono, una disciplina originaria delle isole Hawaii, possono essere estremamente efficaci, una volta comprese e praticate, per vivere con maggiore serenità ed accettazione di ciò che è, e liberarsi da condizionamenti negativi per la nostra esistenza.

Così ci dice Mabel Katz nel suo libro “Scegli la felicità con Ho’ponopono”: “Sii grato, non lamentarti, fai ciò che ami, lavora di più, lascia andare le cattive abitudini ed esci dalla tua zona di confort. Vai oltre e osa perseguire i tuoi sogni”…”Tu crei quello che sta succedendo e sei l’unico che può cambiarlo”.

Brunetta Del Po - Daniela Temponi

 

Bibliografia:

Alberoni Francesco (1994), L’ottimismo, Sonzogno

Anolli Luigi (2005), L’ottimismo, Ed. Il Mulino

Katz Mabel (2013), Scegli la felicità con Ho’ponopono, Macro Edizioni

Morelli Raffaele (2016), Le piccole cose che cambiano la vita, Mondadori

Seligman Martin (1990), Imparare l'ottimismo. Come cambiare la vita cambiando il pensiero, Ed. Giunti

 

 

 

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