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L’energia di dicembre

Dicembre è per antonomasia un lungo mese di festa, dominato com’è dall’attesa del Natale, con i suoi rituali. Le strade illuminate di luci fin dai primi giorni, gli abeti addobbati, i teneri presepi, i rami di vischio, tutto contribuisce a focalizzare la mente sull’Evento.

Ma non sono solo i simboli esteriori a rendere il Natale così speciale: in questo momento dell’anno succede davvero qualcosa di magico. Nel solstizio d’inverno, giorno più lungo dell’anno, il sole tocca a mezzogiorno il punto più basso dell’orizzonte: “muore” per rinascere, perpetuando e rinnovando al contempo il ciclo infinito della vita. Per questo da sempre il solstizio d’inverno è considerato il giorno più sacro dell’anno, quello della manifestazione del sole invisibile, l’essenza feconda del bene che veglia sull’universo. 

Nella Roma antica il periodo solstiziale era occupato dai Saturnalia, le feste in onore del dio dell’età dell’oro: Saturno. Regnava un’allegra confusione tra la gente, si scambiavano i ruoli, un’alllusione alla forza rinnovatrice del dio che in quei giorni rimescolava tutte le forme nel caos primigenio e distribuiva le nuove sorti agli uomini. Tra i giochi più popolari c’erano i calculi, pedine d’avorio o vetro colorate, la cui eco è giunta sino a noi nella tradizionale “tombola”. Ci si scambiavano anche strenne, inizialmente rametti di una pianta che si staccavano da un boschetto consacrato a Strenia, dea apportatrice di fortuna e felicità, poiu monete e doni vari. Fu l’Imperatore Aureliano a istituire, nella seconda metà del III secolo d.C. il Natale del Sole Invitto, il 25 dicembre. Grandiose cerimonie e giochi celebravano la rinascita del Sole dopo il solstizio invernale, e a queste feste partecipavano anche numerosi cristiani. La Chiesa, allora, preoccupata per la nuova religione pagana che andava affermandosi, corse ai ripari spostando nello stesso giorno il Natale del Cristo, che fino ad allora si era festeggiato in marzo/aprile. Così le leggende pagane e quelle cristiane si fusero, e il Natale ereditò l’atmosfera magica che lo contraddistingue.

Daniela Temponi