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Come prevenire i disturbi del cuore imparando ad ascoltare la sua voce

Il cuore rappresenta la sintesi di maschile e femminile, spirito e materia. E’ rosso e caldo, simbolo del fuoco, elemento maschile, ma è anche oscuro e cavo al suo interno, elemento femminile. Nel centro, ci dice la filosofia orientale, materia e spirito si incontrano e si amalgamano pienamente. 

LA SIMBOLOGIA DEL CUOREcuore

Il cuore è l’organo essenziale per la vita. Agisce come una pompa che, nel suo incessante movimento di contrazione (sistole) e rilasciamento (diastole) determina il ritmo dell’esistenza. Esso presiede al fluire del sangue nell’albero circolatorio ed è in comunicazione con tutti i distretti corporei attraverso la ricca vascolarizzazione dei tessuti organici. Si può affermare che il corpo “pulsa” e vive al suo ritmo, quasi a dire che la vibrazione cardiaca contiene il segreto della vita.

Il cuore rappresenta la sintesi di maschile e femminile, spirito e materia. E’ rosso e caldo, simbolo del fuoco, elemento maschile, ma è anche oscuro e cavo al suo interno, elemento femminile. Nel centro, ci dice la filosofia orientale, materia e spirito si incontrano e si amalgamano pienamente.

Per il pensiero occidentale il cuore è il centro dell’affettività, mentre il cervello è quello dell’intelligenza. Ma i saggi dell’antico Egitto, concepivano il cuore come un organo inseparabile dalle emozioni e, in questo senso, punto di fusione tra psichico e organico. L’intuizione veniva da loro chiamata “intelligenza del cuore”, e si avvicina molto a ciò che noi definiamo “intelligenza intuitiva”, caratterizzata da un continuo passaggio dall’inconscio alla coscienza, rivelandosi come la nostra facoltà intellettiva suprema. In tutte le tradizioni il cuore è il piccolo “sole” di ogni creatura vivente. Come la vita umana ruota intorno al cuore, la vita dell’universo ha il suo centro nel sole. E’ interessante notare che in certe rappresentazioni pittoriche dal cuore partono dei raggi luminosi, mentre in altre l’organo è circondato da fiamme.

Come il cuore muove l’intero organismo, così sul piano simbolico “muove gli affetti”. Ogni cuore possiede un ritmo e una forza che lo contraddistinguono e sul piano simbolico ogni cuore avrà un modo tutto suo di “battere”.
Quando si parla di pulsazione cardiaca, ci si riferisce implicitamente a due variabili:
- la forza più o meno intensa della contrazione, ovvero la spinta impressa al sangue
- e la sua frequenza, cioè il ritmo.
Per usare una metafora, si potrebbe dire che la pulsazione rappresenta una specie di “impronta digitale” della personalità. Una vigorosa spinta cardiaca, per esempio un polso forte, denoterà una personalità energica, volitiva, il cosiddetto “uomo di polso”; mentre il polso debole contraddistinguerà individui delicati, dal temperamento mite. La forza della contrazione rifletterebbe, quindi, in una certa misura, la forza della personalità. Un ritmo lento accompagnerà chi si concede delle pause, chi è tranquillo e posato; al contrario un ritmo accelerato rifletterà uno stile di vita concitato, dominato da azioni incalzanti.

Nel linguaggio popolare troviamo numeroso riferimenti alla motilità cardiaca di carattere non più fisico, ma emotivo: si parla di “cuore che si stringe d’angoscia”, “cuore che si allarga di gioia” o ancora di “cuore che si muove a compassione”. Si dice anche : “il cuore mi si fermò per la paura”, “ho qualcosa che mi sta a cuore”. Se una persona non è capace di reazioni emozionali, si dice che è senza cuore.

I DISTURBI DEL CUORE
Si può dire anche che l’uomo ha due centri: uno superiore e l’altro inferiore, testa e cuore, sentimento e intelletto. Da una persona completa ci aspettiamo che entrambe le funzioni siano presenti e in equilibrio armonico.
Ciò che distoglie il cuore dal suo ritmo abituale è sempre un’emozione: può essere la paura che fa correre il cuore all’impazzata o lo fa quasi fermare, o la gioia, oppure l’amore che accelerano tanto il ritmo cardiaco che si sente battere il cuore fino in gola. Nei disturbi del ritmo cardiaco avviene la stessa cosa: soltanto che non si nota l’emozione corrispondente. Il problema è tutto qui: i disturbi del ritmo cardiaco colpiscono le persone che non si fanno smuovere da “nessuna emozione” dal loro normale equilibrio. Allora il cuore impazzisce, perché la persona non osa farsi toccare dalle emozioni. Si attiene alla ragione e alle norme e non è disponibile a farsi distogliere dal suo ritmo, né da sentimenti, né da emozioni di sorta. Non vuole turbare l’equilibrio armonico della propria vita in alcun modo. Però in questi casi le emozioni si somatizzano e il cuore comincia a dar dei pensieri. Il battito cardiaco fa i capricci e costringe in questo modo la persona a dare finalmente “ascolto al proprio cuore”. Normalmente noi non ci rendiamo conto del nostro battito cardiaco-lo sentiamo e lo avvertiamo soltanto sotto l’impulso di un’emozione o per malattia, arriva per noi a livello di coscienza quando qualcosa ci eccita o ci modifica. Qui abbiamo la chiave necessaria per capire tutti i sintomi cardiaci: essi costringono l’uomo a dare di nuovo ascolto al proprio cuore. Nella maggior parte dei casi, l’infarto simboleggia un’intensa difficoltà nel vivere le emozioni e/o gli affetti. La malattia dunque lavora con grandiosa saggezza e ironia, infatti chi soffre di nevrosi cardiaca (un disturbo che si manifesta con una paura ingiustificata dell’infarto, prestando al cuore un’attenzione esagerata e patologica) è costretto a osservare costantemente il proprio cuore e a subordinare la propria vita in tutto e per tutto alle sue necessità, vivendo col timore che si possa fermare da un momento all’altro. La malattia lo costringe a rimettere il cuore al centro della propria coscienza.
Certuni però non capiscono quello che la malattia vuol loro dire. Quando la paura del sentimento è diventata così forte da non poter più essere contenuta, ci si fa impiantare un pace-maker (stimolatore cardiaco). Così il ritmo vitale è sostituito da una macchina, che prende adesso il posto del sentimento. Si perde flessibilità e capacità di adattamento ma non si è più minacciati dai salti di un cuore vivo. Chi ha un cuore “stretto” diviene vittima del proprio IO e dei propri desideri di potere. Tutti sanno che l’alta pressione è predisponente per l’infarto. L’ipertonico è una persona che ha una sua aggressività, però la trattiene con l’autocontrollo. Questo blocco di energia aggressiva si scarica nell’infarto cardiaco, che spezza il cuore. L’infarto cardiaco è la somma di tutte le emozioni non espresse, dei sentimenti non manifestati. Nell’infarto la persona capisce la saggezza di quell’antico detto che afferma che l’eccessiva valutazione dell’IO e della propria dominante volontà ci separa dal fiume della vita. Soltanto un cuore duro può spezzarsi!

SUGGERIMENTI
I fattori di rischio, soprattutto legati all’infarto ma anche per tutto l’apparato cardiocircolatorio, sono conosciuti: sedentarietà, stress, fumo, alimentazione sbilanciata, prolungati stati ansiosi e depressivi. Soprattutto per chi trattiene le emozioni, non è mai tardi per provare a viverle in modo più diretto e aperto: commuoversi, innamorarsi, esprimere eventuali contrarietà e, soprattutto, non ignorare la sofferenza in seguito a eventi negativi, anzi, darle spazio, elaborarla, manifestarla. Per chi vive, invece, in modo troppo emotivo, il consiglio è di imparare a farsi coinvolgere in modo graduale: alcune situazioni, infatti, richiedono che ci si dia al cento per cento, altre necessitano di una partecipazione più distaccata. Riconoscere queste differenze è fondamentale, per non affrontare tutto di petto. Per chi soffre di ipertensione è vitale un cambio di atteggiamento, da un punto di vista psicosomatico: in alcuni casi il disturbo può addirittura scomparire. Principalmente bisogna imparare a lasciarsi andare un po’ di più alle emozioni e all’espressione dei sentimenti; delegare più spesso agli altri una parte delle responsabilità e degli oneri; concedersi momenti di passività e di relax fini a se stessi, e sufficientemente lunghi, non brevi ritagli compresi all’interno di un attivismo esasperato. L’impegno, per l’iperteso, sta nel rendersi consapevolmente disponibili a situazioni di questo tipo: una volta che questa rigidità si sblocca, ci si sentirà più liberi. In questo possono essere utili tutte quelle tecniche, psicologiche o corporee, che favoriscono una maggiore cedevolezza ed elasticità (per esempio yoga, distensione immaginativa, meditazione ecc.).

IL CUORE E I CIBI CHE LO PROTEGGONO

La dieta quotidiana per proteggere il cuore dovrebbe essere ben equilibrata:

1) Evitare gli eccessi calorici, in quanto il sovrappeso costituisce un fattore di rischio per il cuore.

2) Variare più possibile gli alimenti, l’ideale sarebbe non ingerire lo stesso cibo più spesso di una volta ogni due o tre giorni.

3) Assumere ogni giorno fibre vegetali attraverso cereali integrali, verdura e frutta fresche.

4) Come quota proteica, preferire pesce, carni bianche e magre, legumi.

5) Consumare regolarmente proteine della soia (25 gr. al giorno) associata a una dieta a basso contenuto di grassi saturi e colesterolo: si riducono così rischi di malattie cardiache e si possono prevenirne per i cardiopatici, anche per chi prende farmaci.

6) Utilizzare preferibilmente grassi insaturi, come l’olio d’oliva o gli oli di semi, che svolgono un’azione anticolesterolo, prevenendo così i danni vascolari, cardiaci e cerebrali.

7) Consumare quotidianamente tutti i semi oleosi, e in particolare le noci, ricchi di acidi grassi essenziali di origine vegetale, utili per vincere gli stati infiammatori, contrastare i radicali liberi in eccesso, ripulire il sangue e difendere il cuore.

8) Riduci, e se puoi, evita, i grassi idrogenati (margarine, snack e prodotti da forno confezionati, pizze, pane , ma anche gelati, creme, salse, zuppe pronte, che sono trattati con idrogeno per renderli più conservabili: il nostro fegato fatica a riconoscerli e metabolizzarli e per farlo produce colesterolo cattivo in quantità), alcool

9) Consuma alimenti ricchi di antiossidanti come i frutti di bosco, papaya, tè verde, ecc.

10) Evita i salumi più grassi (pancetta, coppa, mortadella, salame); concessi, ogni tanto prosciutto crudo e cotto e bresaola.

11) Ridurre o eliminare i cibi particolarmente ricchi di sodio, tra cui carni grasse e salumi ,alcuni pesci come acciughe, tonno, alici, sardine, salmone, a causa dell’eccessiva salatura, ma anche i dadi da brodo industriali e gli alimenti in cui il sodio è utilizzato come conservante o esaltatore del sapore. Contemporaneamente aumentare gli alimenti ricchi di potassio e poveri di sodio. come broccoli, carote, zucca, cavoli, spinaci, asparagi, pere, mele, meloni, prugne, fragole, albicocche, banane ecc.: questo perché la pompa sodio-potassio svolge una funzione vitale sul buon funzionamento della membrana cellulare. In particolare con l’avanzare dell’età c’è un fabbisogno maggiore di potassio e quindi la dieta deve essere più ricca di frutta, verdura, succhi.

Omega 3 e Omega 6: sono gli acidi grassi essenziali, sostanze come l’acido linoleico, l’acido linolenico, l’acido arachidonico, che devono essere assunte con l’alimentazione, perché il nostro organismo non è in grado di produrle da solo. Esse sono indispensabili per la formazione della membrana cellulare, conservano l’elasticità delle pareti delle arterie, sono necessari per il corretto funzionamento di tiroide, surrenali, mucose, nervi; nutrono la pelle rendendola morbida ed elastica, mantengono fluido il sangue, modulano l’attività del sistema immunitario, sono utili nella prevenzione dei disturbi cardiaci e nel mantenere stabile il livello di colesterolo, aiutano a regolarizzare la pressione sanguigna e a prevenire asma bronchiale e artrite reumatoide. Sono presenti negli oli di semi (borragine, girasole, mais, oliva, colza, lino), ribes nero, zafferano, noci e semi oleosi, pesce e alimenti proteici, verdure. Quando vi è una quantità sufficiente nell’alimentazione di acido linoleico, gli altri due grassi essenziali possono essere sintetizzati da esso. Indispensabile anche introdurre con la dieta alimenti ricchi di fibra e di elementi antiossidanti come la vit. C, il beta-carotene, il selenio e la vit. E, che, abbinati agli acidi grassi essenziali, sono utili nell’abbassare la colesterolemia.
frutta

Estratto secco d’Olivo e Omega 3 salva cuore: gli acidi grassi omega 3 estratti dal pesce sono un’integrazione utile per assicurare al cuore una valida protezione contro i danni che possono derivare da una dieta carente di tali sostanze e/o ricca di grassi saturi e colesterolo. Se ne prendono 2-4 perle al giorno, anche per lunghi periodi. In presenza di ipertensione, è utile l’assunzione contemporanea di 2 capsule di estratto secco di Olivo.

aglioTra gli alimenti particolarmente benefici per il cuore al primo posto troviamo il pesce: ideale in ogni periodo dell’anno, meglio sceglierlo dei mari freddi come salmone, sgombro, aringa, perché più ricco in acido eicosapentenoico, molto efficace nella riduzione del colesterolo, da evitare quelli troppo salati in caso di ipertensione. Consumiamolo 2-4 volte alla settimana, 120-200 gr. per porzione. Meglio al vapore o al forno. Per i vegetariani basta sostituire con olio di lino (1 cucchiaio al dì). Come già detto i semi oleaginosi, e soprattutto le noci, sono da consumarsi tutti i giorni, per il loro apporto in acidi grassi essenziali. Tra gli ortaggi ricordiamo il radicchio, tra i più ricchi di antiossidanti; in particolare il radicchio rosso, mangiato crudo, in insalata o in pinzimonio, contiene antocianine che proteggono vasi sanguigni e cuore; scegliamo varietà estive. Anche il cavolo rosso è una vera e propria medicina per il cuore: infatti contiene flavonoidi che sono in grado di inibire l’eccesso di grasso nel sangue ripristinando così la giusta quantità di trigliceridi. I germogli, soprattutto quelli di soia, ricchi di fitosteroli, sono i più efficaci per riequilibrare colesterolo e trigliceridi. Tra i semi, spiccano quelli di girasole, da spargere sulle insalate o sui cereali. Anche lo yogurt magro e naturale, regolarizzando l’intestino, permette un miglior assorbimento delle sostanze antiossidanti e dei grassi buoni che contrastano colesterolo e trigliceridi. Tra i cereali, soprattutto in caso di trigliceridi elevati, optare per l’utilizzo della quinoa, che ha un contenuto di zuccheri più basso rispetto al frumento ed aiuta a ridurre i trigliceridi nel sangue, ma anche l’orzo, ricco di fibre che vincono colesterolo e stipsi e il riso rosso, leggero, ben digeribile, aiuta a diminuire il colesterolo: ad ogni modo usiamo sempre cereali integrali le cui fibre ripuliscono le arterie e proteggono il cuore. La crusca d’avena e il riso integrale aiutano a ridurre il colesterolo cattivo LDL. Mangiamo pochi latticini, scegliendoli freschi e magri, per evitare di fare scorta di colesterolo. Inseriamo nella nostra dieta fagioli e legumi in genere, grazie al loro contenuto di fibre e proteine verdi riducono l’assorbimento di grassi e zuccheri nel sangue. E’ bene consumare frutta e verdura fresche e di stagione ogni giorno; un cenno speciale è riservato a un ‘erba aromatica: l’aglio,un vero toccasana per il nostro cuore, contiene infatti allicina, un antiossidante che aiuta a mantenere fluido il sangue e riduce il rischio di coaguli che bloccano le arterie provocando infarti e ictus, ed è anche un antibiotico naturale che uccide virus e batteri, e cipolle. Tra le spezie un posto speciale è riservato alla curcuma che, grazie alla curcumina, un potente antinfiammatorio, previene la formazione di placche nelle arterie; la troviamo anche nel curry; ovviamente tra le spezie anche lo zenzero. Tra i frutti, i limoni vanno consumati quotidianamente in quanto ricchi di vit. C antiossidante che contribuisce a tener pulite le arterie ma anche a far assorbire il ferro introdotto con l’alimentazione. I frutti di bosco sono da inserire nella nostra dieta il più possibile in quanto abbondano in antiossidanti benefici non solo per il cuore ma anche per il cervello, e poi mele, kiwi, prezzemolo, peperoni, pomodori, carote, insalate. Aumenta il consumo di tè verde di buona qualità: alcune tazze al giorno permettono di ridurre del 37,4% la concentrazione di colesterolo! Inoltre favoriscono la riduzione dei trigliceridi nel sangue e migliorano la funzionalità vascolare.

Daniela Temponi Brunetta Del Po